Situata tra le montagne, al confine tra Umbria e Lazio, l’ Azienda Agricola il Pastore di Rescia nasce nel 1989 nel territorio Monteleone di Spoleto, quando mio padre Reali Claudio, il titolare dell”Azienda, volendo seguire le orme del nonno e del padre poi…, decide di relazionare ai nostri tempi e quindi alle innovazioni moderne, quel lavoro così antico che da generazione era praticamente della nostra famiglia: il pastore.

Giorno dopo giorno e parallelamente al numero del bestiame cresce anche la mole del lavoro, tanto che quella piccola attività  iniziale che fungeva da ripiego secondario per mio padre, impegnato a tempo pieno nella sua principale attività  di taglio bosco, ha prevalso sulla prima, portando il “pastore di rescia” a seguire quella che era la sua passione sin da bambino e che da sempre aveva caratterizzato la sua indole.

Come dice mio padre “pastore si nasce, non si diventa!” e forse non ha tutti i torti. Anche se vi sembra strano ed impossibile, mio padre riconosce tutte le sue pecore e, fra le 700 pecore e le 200 capre riesce a ricordare tutti i legami di parentela dei vari capi, ricordando di ciascuna dei esse qualche evento particolare che ha caratterizzato la propria storia nella nostra stalla. Inoltre solo chi possiede una gran passione per questo lavoro riesce a resistere alle tante fatiche di cui purtroppo questo mestiere necessita, costringendo chi lavora a non avere neanche un giorno di riposo, d’altra parte come dice sempre mio nonno: pecora e vigna, una è rogna, una è tigna! Vale a dire che sia allevando pecore che coltivando vigneti si è impegnati per lunghi periodi di tempo nell’ arco di tutto l’anno. Oppure: questa è la vita del povero pastore, una stozza di pane ogni 24 ore …e i proverbi non sbagliano mai!.

Infatti la giornata tipo di un pastore inizia alle 5,30 (tutti i giorni) quando mio padre, ormai allenatissimo, inizia a mungere le pecore, rigorosamente a mano; dopodichè in inverno si governano gli animali in stalla (data l’altitudine e la nostra posizione geografica, gli inverni sono lunghi e molto rigidi) mentre in estate si fanno uscire gli animali al pascolo ( sopra i 15oo m di altitudine, aspetto non secondario quest’ultimo che permette agli animali di mangiare tutte quelle erbe che poi conferiscono un sapore unico ed inconfondibile al formaggio che si va a produrre.